Headache
Headache
titolo: Headache
anno: 2011
tecnica: installazione ambientale
dimensioni: site specific
breve descrizione: Questa installazione è parte del più ampio ciclo dal titolo I’ve already been here basato sul senso di solitudine esistenziale nella città di New York, un luogo ibrido in cui da ogni parte del mondo migliaia di persone affluiscono ogni anno in cerca di fortuna.
Questo secondo capitolo del progetto è basato sulle impressioni che l’artista ha tratto dalla città: «ogni cosa corre veloce mentre le persone perdono le loro energie. Ogni giorno qualcuno risulta assente all’appello del mattino. Io so che per ognuno che lascia c’è sempre qualcun altro che prende il suo posto, così che l’illusione che il mondo vada avanti è salva, ma dopo la crisi economica in Argentina e poi la crisi del 2008 qui, penso che sia molto piu interessante concentrasi sulle persone che spariscono piuttosto che sulle nuove reclute di ogni giorno».
Headache è un opera che riproduce il modo in cui le persone perdono lentamente la capacità di discernere il vero dal falso. Questa installazione tenta di andare a fondo nella percezione multipla della realtà che gli uomini sviluppano quando cominciano a mentire a se stessi, cercando di nascondere le proprie paure e i fallimenti. Lo spazio è una sorta di labirinto in cui ogni stanza sembra identica alla precedente e ogni uscita è un’altra entrata nella stessa ossessione.
Questa installazione è la spazializzazione di uno stato mentale che può durare per decenni, dissolvendoti piano piano fino al collasso e alla sparizione
@: Building 513a, Governors Island, New York City
in collaborazione con Lower Manhattan Cultural Council
e National Park Service of the United States
Dicembre 2011
title: Headache
year: 2011
technique: environmental installation
dimensions: site specific
brief description: This installation is part of a larger project called I’ve already been here. It is a cycle of works centering around the sense of solitude in a city such as New York, where every year thousands of people goes to find their luck.
This second chapter of the project is about the impressions that the artist got from the city: «everything runs while a lot of people are losing their strenght. Everyday someone is absent at the roll-call of the morning. I know that for anyone who leaves, there is someone who will take his place so that the illusion that the world goes on is saved, but after the economic crisis in Argentina and then the crisis of 2008 here, I think that it would be more interesting to focus on the people who disappear than to the everyday new rookies».
Headache is a work that captures the way people slowly lose the capability to discriminate between truth and untruth. It is a work that attempts to go in the depth of the multiple perception of reality that people develp while they start to lie to themselves trying to hide their fears and their failures. The space is a sort of labyrinth in which every room looks like the previous, and in which every exit is another entrance into the same obsession.
This installation is the spatialization of a state of mind that can last for decades, making you fade little by little until the collapse and the disappearence.
@: Building 513c, Governors Island, New York City
in collaboration with Lower Manhattan Cultural Council
ando National Park Service of the United States
December 2011
video-documentazione dell’installazione
video-documentation of the installation
Rassegna stampa - Press review
(click on the title of the article)
- La polvere del tempo e altre storie (Exibart) ITA
- Monumentalizing the identity of a city (Eyes towards the dove) ENG